Poche volte un film mi ha trasportato così tanto da sentirmi persa in esso, come se la mia vita per un attimo avesse dei confini confusi e labili e io mi ritrovassi a vivere la vita di un altro, come se fosse sempre stata mia. 

Un viaggio che trascende la fisicità e non necessita della carne per compiersi, una catarsi, che mi cura e mi fa crescere.

Questo è ciò che sento più vividamente quando un film è così bello da farmi dimenticare per un istante – o come nel caso del film che vi sto per presentare, per due ore – il mio presente.

Vi voglio raccontare di Ema di Pablo Larraín, presentato nel 2019 alla 76° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Lo stesso regista di Jackie (2016), con l’impeccabile Natalie Portman, stupisce il pubblico con un film caotico, disturbante ed estremamente seducente, proprio come la protagonista del film. 

Ema è la storia di una madre, una figlia, una moglie, un’amica, un’amante, una ballerina, una maestra, di una donna colta in tutte le sue sfaccettature che si scontrano e si consumano, ma allo stesso tempo perfettamente integrate tra di loro e nell’ambiente circostante – la cittadina cilena di Valparaíso. 

Il film si apre con la scena di Ema mentre balla una coreografia di suo marito Gastón e la sua silhouette si staglia contro a una gigante palla di fuoco, il sole. 

In fondo Ema nella sua forma più pura è proprio come il fuoco: seducente e pericolosa, mentre si muove decisa e libera nella vita degli altri lasciando dietro di sé una scia di distruzione.

I protagonisti in una scena del film

I corpi di Ema e degli altri ballerini pulsano ritmicamente sulle note della musica elettronica di Nicolas Jaar, un ponte tra diversi generi musicali, transcontinentale e trascendentale, ma allo stesso tempo profondamente intima. 

Ema Dance Scene – Ema (2019) Soundtrack

Il film però si concentra sulla coppia di Ema e Gastón, così impegnati e immersi nella loro arte, per poi scoprire che stanno cercando una via di fuga per espiare una colpa non chiara. Entrambi sono macchiati di un grande peccato: l’aver abbandonato il proprio figlio adottivo Polo, dopo che ha sfigurato la sorella di Ema con il fuoco. 

Il rapporto dei due si disintegra e si ricostruisce infinite volte, ricordandosi a vicenda le proprie colpe: Ema ricorda a Gastón che è colpa sua se hanno dovuto adottare un bambino perché è un “maiale infertile”, un “preservativo” che cammina, mentre al coreografo sfuggono commenti sul rapporto ambiguo tra la madre e il figlio come quando Ema si spoglia di fronte al bimbo, superando certi boundaries.

EMA E LA DANZA

Non solo il loro matrimonio inizia a vacillare, ma anche il loro rapporto professionale, poiché Ema disprezza profondamente lo stile vecchio stampo e rigido del marito e comincia a ballare reggaeton con le sue amiche per le strade della città. 

Gastón dà un’interpretazione durissima riguardo alla musica reggaeton, che definisce “la musica delle prigioni”, che non ti permette di pensare, di essere presente a causa del ritmo ipnotico e l’illusione di libertà che dona. Una musica in cui basta muovere i fianchi e abbandonarsi alla visione di una donna come oggetto sessuale di uomini-bestie.

Una scena di danza nel film

Qua emerge il rapporto tanto diverso che i due hanno con la danza: se il primo balla per colmare un vuoto alienante creato dalla dittatura, Ema invece balla perché è una necessità più forte di lei, si sente pulsare di vita e ha bisogno di far sgorgare questa vitalità. 

Ballare infatti per Ema e le sue amiche è come fare sesso, un inno all’orgasmo e alla felicità di essere presenti qui e ora, la liberazione dai costrutti sociali. 

EMA E IL FUOCO

Ogni aspetto della vita della protagonista sembra essere legato al fuoco poiché anche lei incarna quello stesso principio di distruzione che indistintamente colpisce tutti coloro che si ritrovano nel suo cerchio di azione. Il fuoco è anche un elemento fortemente legato alla mascolinità, ma la protagonista è anche questo. Una forza della natura e ambigua per natura. 

Ema si aggira per la città con un lanciafuoco mentre sprigiona con calma e sicurezza le fiamme nello scenario urbano.

Infatti, nonostante il caos che domina la sua vita, sembra che ogni sua azione abbia sempre fatto parte di un piano più ampio e alla fine tutto si incastra perfettamente. 

EMA E LA NON-FAMIGLIA

Ema decostruisce ogni relazione della sua vita e la plasma a modo suo: è sposata con Gastón, ma ha rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, il rapporto con le sue amiche è ambiguo, ha una relazione con una donna sposata e anche con suo marito, i nuovi genitori affidatai di Polo e entrambi ignari e vittime del gioco perverso della ballerina. 

Ema, manipolatrice e provocante, non fa altro che flirtare con tutti quelli che incontra, forse in risposta di un dolore più grande che sta provando: la sua natura di madre le è stata strappata via nel momento in cui ha rinunciato a Polo.

I due protagonisti

Alla fine Ema torna ad avere ciò che più conta per lei: la sua libertà ritrovata nel suo essere di nuovo madre. 

Step dopo step, costruisce la sua famiglia, come la immagina lei: con Gastón, Polo e i suoi nuovi genitori, portando in grembo la figlia che unirà queste due famiglie indissolubilmente.

Nessuno può fermarla e tutti accettano il destino che la protagonista ha voluto per loro perché il legame madre-figlio è troppo forte e chiunque si metta in mezzo, rischia di rimanere bruciato.

Ema | Trailer oficial [HD] | Fabula

Scritto da Amanda Milaqi