Scritto da Jacopo Renzi

Pubblicato il 26/05/2020

Nonostante il nostro sito proponga riflessioni e articoli inerenti principalmente al mondo del cinema, ritengo sia giusto soffermarsi anche su ciò che c’era prima dell’immagine in movimento: la fotografia. Parlando dei suoi esponenti di maggior rilievo si ricordano sempre i grandi nomi di quest’arte, tra cui spiccano: Robert Capa, Robert Frank, Elliott Erwitt, Henri Cartier-Bresson (non voglio dilungarmi troppo perchè verrebbe una lista di nomi infinita).
Nella cultura occidentale, però, viene sempre chiuso un occhio su ciò che l’Estremo Oriente ha da offrire, guardandolo come esotico, singolare, ma strettamente relegato a quella parte di mondo. È altresì importante specificare come spesso, l’Oriente riesca a portare bagagli di cultura e arte che riescono a colpire per la capacità di interpretazione unica nel suo genere.

Considerato da molti “il maestro delle luci e delle ombre”, divenuto famoso per le sue fotografie che raccontano la Hong Kong degli anni ‘50 e ’60, Fan Ho, attraverso la sua street-photography, è stato capace di raccontare la storia di un’intera città e dei suoi abitanti.

Fan Ho

Fan Ho inizia a scattare fotografie per strada con una vecchia Rolleiflex K4A dello zio, non focalizzandosi sui disordini sociali di cui la città stava soffrendo: le sue foto raccontano di luci ed ombre, di geometrie, risciò, impalcature di bambù, piccole barche di legno che solcano le acque dei canali di Hong Kong. Un distillato dell’atmosfera della città prima dello sviluppo vorticoso degli ultimi decenni.

La “vecchia” Rolleiflex K4A di Fan Ho, utilizzata per tutta la sua carriera

Il suo occhio non si focalizza mai sulle folle, e per chiunque abbia messo piedi nella megalopoli un particolare viene immediatamente notato: le strade totalmente vuote. I suoi soggetti sono quasi sempre individui solitari, spesso immortalati di spalle, con un utilizzo delle luci e delle ombre unico nel suo genere: una sorta di unione perfetta tra yin e yang, tra negativo e positivo. Le sue immagini sono caratterizzate da forti geometrie e, al tempo stesso, da un senso di romanticismo, eleganza e mistero. I soggetti, spesso rappresentati in forma di sagome, diventano essi stessi parte di un progetto geometrico e formale più ampio. Nella fotografia di Fan Ho non c’è solo un rigore geometrico nella composizione, il fotografo, infatti, trasmette l’atmosfera della città grazie all’uso della luce: intensa e materica (ha sempre scattato solo in pellicola).

Approaching Shadow è sicuramente una delle opere più famose di Ho. Egli chiese a una sua cugina di posare accanto a un muro di un vecchio college e, successivamente, aggiunse un’ombra diagonale nella camera oscura per simboleggiare come “la sua giovinezza svanirà”, poiché “ognuno ha lo stesso destino”.

Approaching Shadow

Fan Ho deve molto anche al cinema, i suoi scatti sono pervasi da un senso di nostalgia cinematografica, egli trova la location e lo stato d’animo che gli permette di creare un clima crescente per le sue foto, poi attende il momento opportuno. Egli ebbe modo di esprimere in questi termini la sua “visione” della fotografia: “Mi piaceva concentrare e semplificare il mondo in bianco e nero, era più simile alla mia natura. Potevo esprimere meglio e più liberamente le mie emozioni, potevo tenerle sotto controllo, ed i risultati erano surreali e semi astratti. Mi piaceva quella distanza, non troppo vicino, non troppo lontana.

Ha avuto una lunga e brillante carriera, come regista cinematografico ad Hong Kong, ed in qualche occasione ha anche recitato. Tra le varie opere spiccano, Erotic Nights (1989) e Hidden Desires (1991). Ma è la fotografia, settore in cui ha vinto centinaia di premi in tutto il mondo, che gli interessa di più: “Il cinema è il mio lavoro, la fotografia la mia passione. Preferisco la fotografia perchè mi lascia più libertà di espressione, non ho la pressione del pubblico e dei botteghini”.  

Nel 2014 pubblica un libro di memorie intitolato Fan Ho: memorie di Hong Kong, contenente il suo punto di vista della città, con le immagini scattate dal 1950 in poi. Ha ricevuto più di duecentottanta premi e riconoscimenti, e le sue opere sono esposte nei più prestigiosi musei del mondo.

Fan Ho viene a mancare a 84 anni nel 2016, ma ancora oggi è possibile godere della sua opera grazie al sito creato dalla figlia Claudia Siman Ho.