Scritto da Francesca Carraro

Pubblicato il 18/05/2020

Un Chien Andalou, uno dei primi e più noti film surrealisti, è passato alla storia per una scena iconica che sicuramente anche i meno cinefili conoscono: un rasoio che taglia l’occhio di una giovane donna. Sia il corto che la scena sono stata infatti citati moltissimo nella storia del cinema, in film come Velluto Blu, Donne sull’orlo di una crisi di nervi, Il silenzio degli innocenti e Oldboy, per citarne alcuni. Il corto è diretto da Luis Buñuel, uno dei grandi registi del ‘900, in collaborazione con l’artista surrealista Salvador Dalì. I due lavorarono a stretto contatto (scrivendo la sceneggiatura in meno di una settimana); e il corto rappresenta quindi l’unione di due delle principali menti del movimento surrealista

La famosa scena del “taglio dell’occhio” di Un Chien Andalou

Il corto, che dura 21 minuti, risulta l’incontro dei sogni dei suoi due “Padri”: la mano coperta di formiche di Dalì e il coltello che taglia l’occhio di Buñuel. Il risultato si riassume in una serie di scene oniriche che non seguono gli schemi narrativi classici.

Lo potete trovare per intero su youtube:

https://www.youtube.com/watch?v=054OIVlmjUM&t=53s

(Occhio ai più deboli di stomaco, nonostante i 91 anni suonati la scena dell’occhio tagliato ancora fa impressione da quanto è realistica!)

Ma questo corto non rappresenta l’unico contatto che Salvador Dalì ha avuto con il mondo del cinema: un artistico eclettico e icastico come lui non poteva non continuare a sperimentare con un tale mezzo.

Oltre a collaborare nuovamente con Buñuel nella realizzazione del corto L’age d’or, negli anni lavoro con il regista Alfred Hitchcock. Da questa collaborazione scaturisce la parte del sogno del film del 1945 Io ti salverò, nel quale viene affrontato il tema della psicanalisi. Dalì fu in grado di realizzare scene oniriche che rendessero alla perfezione la nevrosi del protagonista interpretato da Gregory Peck. Anche se molto di quanto previsto non fu poi realizzato, per via dei costi e dei timori dei produttori del film, poco convinti sulla riuscita economica delle scelte fatte da due artisti, resta la sequenza in cui un ampio tendaggio con occhi disegnati da Dalì viene tagliato, richiamando la scena già ricordata di Un Chien Andalou.

Alfred Hitchcock e Salvador Dalì

Un’altra collaborazione molto meno conosciuta di Dalì fu quella con Walt Disney, che portò alla realizzazione del corto animato Destino. Nonostante l’idea originale del film risalga al 1945, il corto fu terminato postumo e mostrato al pubblico solo nel 2003, dal momento che la Disney fu colpita da una crisi economica durante la Seconda guerra mondiale che portò ad un blocco del progetto. Erano stati realizzati numerosi disegni e bozzetti, e nel 1999 il nipote di Walt Disney decise di far ripartire il progetto. Grazie ad un team di animatori venne realizzato questo corto in cui vengono mescolati elementi di animazione classica con ritocchi di computer grafica.

Poster di “Destino

Il corto ottenne un discreto successo, con anche una nomination agli Oscar del 2004. Salvador Dalì rappresenta sicuramente una delle personalità artistiche più influenti e eccentriche del secolo scorso. Nel caso voleste approfondire questo personaggio, ricco di sfaccettature e sorprese (non dimentichiamoci che ha anche avuto una lunghissima storia con Amanda Lear!), vi consiglio il documentario del 2018 Salvador Dalì: La ricerca dell’immortalità.