Scritto da Francesca Carraro

Pubblicato il 16/06/2020

Il cinema ha sempre avuto una grande influenza sulle altre arti: in particolare sulla fotografia, arte sempre strettamente connessa con quella cinematografica. Ne sono un esempio lampante la serie di fotografie di Cindy Sherman intitolate Untitled Film Stills, nella quale la fotografa interpreta vari ruoli femminili stereotipati provenienti da film e prendendo come riferimento Greta Garbo, il cinema est-europeo, il cinema muto e il cinema horror. In queste fotografie, Cindy Sherman cerca di rappresentare dei clichès che sono fortemente consolidati nell’immaginario culturale. 

La prima serie Untitled Film Stills è formata da 69 fotografie in bianco e nero e venne creata tra il 1977 e il 1980, rendendo Cindy Sherman nota a livello internazionale. Tra i clichès e gli stereotipi femminili rappresentati troviamo la segretaria, la ragazza in fuga, la casalinga e molti altri. 

Cindy Sherman, inoltre, attraverso queste fotografie vuole indagare i concetti di identità e femminilità soprattutto con l’utilizzo del trucco che considera un elemento che per anni è stato l’equivalente della pittura di guerra delle donne. 

A partire dagli anni ’80 la serie Untitled Film Stills è continuata ma ha subito un’evoluzione: Cindy Sherman ha iniziato a realizzare scatti a colori e a ricreare dei veri e propri ambienti appositamente per gli scatti. Nel corso degli anni anche il suo stile fotografico ha subito notevoli evoluzioni, con l’inserimento di elementi grotteschi e d’impatto visivo molte forte all’interno dei suoi scatti. 

Ma Cindy Sherman non ha solo sperimentato con il mezzo fotografico: appartiene a quella grande categoria di artisti che si sono cimentati con il cinema che tanto l’ha ispirata nella serie Untitled Film Still. Nel 1975 ha diretto un corto intitolato Doll Clothes, in cui sono combinati elementi di animazione con elementi di “live action”, cioè vengono coniugate, tramite la tecnica dello “stop motion” – il che riporta ancora alla fotografia -, riprese di oggetti reali, fisici, con altre di elementi fittizi, appunto animati. (qua capire meglio come spiegarlo)

In poco più di due minuti vediamo una versione “cartacea” di Cindy Sherman che sfoglia una serie di vestiti per poi essere presa e rimessa a posto da una mano. Qui potete gustarvi questo corto sperimentale e suggestivo.  

Nel 1997, Cindy Sherman ha girato Office Killer, una commedia-horror in cui una incredibile Carol Kane interpreta un’impiegata che si trova costretta a lavorare a casa e che uccide accidentalmente un collega. Da lì, la vita della protagonista prenderà una piega decisamente cruenta.

Poster di Office Killer

 

Nel 2015, Cindy Sherman ha sperimentato anche la recitazione con un ruolo da protagonista nel film musical di Francesco Vezzoli Prima Donna, basato sulle musiche di Rufus Wainwright, che si è occupato anche di organizzare le performance dell’artista. 

Cindy Sherman è sicuramente una delle artiste più iconiche dell’arte contemporanea, in grado di modificare e evolvere la sua arte nel corso degli anni.

Uno dei suoi ultimi luoghi di sperimentazione ha visto la luce grazie alla nascita del suo profilo Instagram: qui realizza infatti autoritratti contraddistinti da foto-ritocchi ed effetti alienanti, con lo scopo di far ragionare sui possibili utilizzi alternativi che si possono fare di applicazioni e strumenti innovativi come i Social Networks.