Caro Po-Wing,

Ormai sono passati due mesi da quando ho deciso di lasciare Buenos Aires, eppure mi sembra di essere partito ieri. 

Mentirei se ti dicessi che non mi mancano le notti calde e i tramonti in riva al mare. A volte, appena sveglio, mi capita di aprire le finestre aspettando di sentire il calore del sole sul viso, ma da quando sono arrivato a Hong Kong non la smette di piovere. 

Il mio appartamento è identico a come l’avevamo lasciato. Puzza sempre di fumo e gli angoli della camera da letto sono ancora un po’ sporchi di muffa, ma non credo sia peggio del motel dove sei rimasto. Almeno ora posso cucinare per conto mio, senza dover aspettare che un fornello si liberi prima dell’ora di cena. 

Quando cucino a volte ripenso a te. 

“Chissà chi gli prepara da mangiare ora che non ci sono più io”, mi chiedo. Ma sei sempre stato bravo a convincere gli altri a fare cose per te, quindi non mi preoccupo. 

Prima di ritornare a casa sono andato a vedere la cascata dipinta sulla lampada, quella che ci eravamo ripromessi di visitare insieme appena arrivati in Argentina. È immensa e la sensazione delle gocce d’acqua fredde contro la pelle aiuta a pensare. Credo di essere rimasto lì in piedi, con gli occhi chiusi, per più di un’ora. Ho pensato a te. Ho pensato al mio futuro. Ho pensato al tuo.

Per un momento mi è passata per la testa l’idea di tornare indietro, ma non potevo farlo. 

Credo di non aver mai amato una persona così tanto come ho amato te, Po-Wing. Ma ti odiavo. 

Odiavo quando la mattina mi salutavi con un bacio ma trascorrevi la notte con degli sconosciuti, o quando tentavi di ferirmi per rendere le tue giornate più interessanti. Odiavo quando dopo mesi di silenzio ritornavi da me perché non avevi nessun altro da cui andare. 

Ti stringevo tra le braccia e desideravo scappare. Ma ti amavo. 

Amavo dormire nel vecchio letto del motel dove vivevo senza mai sentire freddo, o tornare a casa da te dopo aver lavorato tutta la notte. Amavo i tuoi baci, e amavo ballare il tango quando la musica filtrava dalla finestra. Ero stanco di te, ma quando ritornavi non riuscivo a lasciarti andare. 

Quel giorno però, in piedi di fronte alla cascata, ho finalmente capito. 

Passavamo le giornate a guardare la lampada appoggiata sul comodino insieme, ma sognavamo cose diverse. La cascata per te era un’avventura passeggera, ma per me era la promessa di un futuro felice. Ho deciso di lasciarti andare, cercando di ritrovare la mia strada perché non ero felice. Forse tu riuscirai a fare lo stesso. 

Spero tu possa prenderti cura di te, 

Yiu-Fai. 

 Po-Wing e Yiu-Fai in una scena del film Happy Together di Wong Kar-Wai 

Scritto da Isabel Musoni