Per evadere dalla realtà odierna, oggi vi vorrei portare con me a New York alla fine degli anni ’80, dove è stato girato una delle commedie che mi ha fatto più sognare: Moonstruck. Premetto che la mia riflessione non verterà tanto sui dettagli cinematografici, quanto sulle emozioni che mi ha trasmesso e sul concetto stesso di amore, che qui ha ovviamente un lieto fine.

Il film, che ha vinto 3 premi Oscar, è testimone della nascita dell’amore tra Cher, nei panni della vedova Lorella Castorini, e il panettiere Ronny Cammarreri, interpretato da un giovanissimo Nicholas Cage. La loro follia passionale si scatena sotto l’incantesimo della luna piena, in cui lui confessa il suo amore per lei. Vi è solo un particolare che potrebbe frenare tutto ciò: Lorella è fidanzata e promessa sposa del fratello di Ronny, Johnny, approvato dalla famiglia di lei. 

La narrazione viene colorata dalla vivace atmosfera dal contesto familiare italo-americana, che rende perfettamente l’atmosfera calorosa, concitata, superstiziosa, ma allo stesso tempo mostra anche l’importanza di alcuni valori, come il matrimonio, che per i genitori di lei doveva essere una promessa da mantenere. Nonostante ciò, lei è fortemente innamorata e rimasta stregata da Ronny, il quale, nonostante la sua impulsività e irascibilità, mostra le sue fragilità come essere umano, pieno di insicurezze. Si può dire che è proprio questa sua caratteristica che riesce ad attirare l’attenzione e la simpatia degli spettatori.

Ci sono numerosi momenti divertenti, buffi tra i diversi personaggi,  altri sono interessanti per mostrare come Lorella decide di inseguire il suo cuore e non le ciò che viene imposto dalla famiglia e società. Per prima cosa, Lorella, all’inizio dal look un po’ trasandato, decide di trasformare il suo aspetto, vedendosi per la prima volta in una luce completamente diversa. Con i suoi riccioli scuri, il trucco raffinato e vestito nero, non solo riesce ad incantare il suo Ronny al loro rendezvouz per vedere la Bohème di Giacomo Puccini, ma riesce ad acquisire una sicurezza che prima lei non aveva. La sua trasformazione non è solo segno di voler emanciparsi da una cultura più tradizionale e da un stereotipo di una donna di una certa età, ma vorrei immaginare che il suo sbocciare sia anche frutto dell’innamoramento, che fa percepire e vedere sé stessi sotto una luce diversa. Fa sentire sicuri, vivi e, in un certo senso, coscienti del rischio di lasciarsi andare alle proprie emozioni e di andare contro alla morale. 

Come accade spesso in tutte le commedie romantiche, l’amore tra Ronny e Lorella trionfa, con lei che confessa davanti alla sua famiglia, in particolare alla madre, interpretata dalla rinomatissima Olympia Dukakis. Brevemente, voglio sottolineare come lei stessa abbia, a sua volta, una situazione sentimentale abbastanza difficile, con il marito che la tradisce. Nel corso del film, lei cerca una risposta ai vari tradimenti commessi dal marito. La sola risposta a questo quesito, data dal professore universitario con cui decide di andare a cena, è quella che gli uomini tradiscono con altre donne perché hanno paura della morte. 

Sebbene il film si conclude con il trionfo dell’amore di Ronny e Lorella, c’è una sottile riflessione sulle complessità che l’amore crea all’interno dei diversi rapporti: dall’amore sfumato tra i genitori di Lorella, che stanno assieme solamente per apparenza e abitudine, e la passione focosa tra Lorella e Ronny, che non conosce confini, persino al fatto che lei sia promessa sposa di Johnny. Lei, trovandosi in un bivio, se scegliere un rapporto che l’avrebbe portata all’infelicità, ha scelto di inseguire il suo cuore. Magari se fosse così nella vera vita ! Spesso le persone devono inseguire le scelte imposte da altri senza aver occasione di poter amare liberamente, di inseguire il proprio istinto ed emozioni, ritrovandosi spesso ad essere ingabbiati dalle aspettative che una certa cultura e famiglia ha su di loro. Per questo Moonstruck non ha mai così risonato tanto nella mia vita, perché mi ha permesso di poter sognare un finale che non avrò.  

Scritto da Indjia Sturaro