Mangia, ma non parlare con la bocca piena. Ridi, ma non troppo sguaiatamente, e con le mani davanti alla bocca. Non dire parolacce, è sgarbato. Shh, e dai, non si può parlare di sesso in modo così esplicito! Vi siete mai chiesti come vivreste la vostra vita se non ci fosse bisogno di seguire alcuna imposizione sociale legata al buon senso, al buon costume, o a quanto ogni vostra azione risulti più o meno appropriata al “contesto”? Agire di pancia, senza freni, senza remore. Fare e dire quel che si sente, e non quel che si deve. Nel migliore degli scenari possibili, la risposta a questa domanda si chiama Bella Baxter: l’adorabile, sgraziata e bellissima protagonista dell’ultima fatica del regista greco Yorgos Lanthimos, Povere Creature! (Poor Things, 2023)

Abbiamo avuto la fortuna di vedere Povere Creature! in anteprima durante l’ultima edizione della mostra del cinema di Venezia, dove si è aggiudicato – a ragion veduta – il Leone d’Oro come migliore opera in concorso. Il film, che potremmo definire un racconto femminista e fiabesco dalle atmosfere gotiche, arriverà nei cinema italiani il 25 gennaio e già si è imposto come uno degli appuntamenti cinematografici più importanti dei prossimi mesi; vediamo perché.

Bella da ri-nascere 

Ci troviamo a Londra, in epoca vittoriana, e il dottor Godwin Baxter (Willem Defoe), sinistro e brillante chirurgo dal volto deforme, decide di riportare in vita una giovane donna suicida, di cui trova il corpo inanimato tra le sponde del Tamigi. Per farlo, impianta nella donna il cervello del feto che portava in grembo, dando così vita a una creatura goffa eppure estremamente affascinante in cui l’età anagrafica e quella cerebrale non corrispondono. E’ un essere peculiare, Bella Baxter (Emma Stone), senza freni né filtri censori, che, oltre ai notevoli progressi nel linguaggio e nei movimenti, accumula fame di vita e voglia di scoprire il mondo. Promessa sposa al giovane e tenero assistente di Godwin (Ramy Youssef), deciderà ben presto di scappare alla ricerca di un’avventura con Duncan Wedderburn (un delizioso Mark Ruffalo), vizioso avvocato che la inizierà ad alcuni dei piaceri della vita. Alla Londra in bianco e nero degli inizi, si susseguiranno città come Lisbona, Alessandria e Parigi, tra una palette iper satura e atmosfere surreali, degne di un dipinto di Hieronymus Bosch. 

In Povere Creature! ogni elemento, dai personaggi alle scenografie, è bizzarro, straniante, favolesco, eppure credibile e coerente con l’universo distorto e onirico confezionato da Lanthimos. Lo scenario perfetto per il rocambolesco viaggio di Bella, che compie anche e soprattutto un percorso di crescita alla scoperta di sé e della propria volontà. Le pulsioni sessuali della giovane donna, ora bambina, ora adolescente in piena tempesta ormonale e poi finalmente – e nuovamente – adulta, rappresentano la miccia di quel fuoco vivo che ne alimenta l’agire; un modo di muovere i propri passi nel mondo così dannatamente libero e sfacciato da far invidia a chiunque (tutti noi?) si sia ormai rassegnato a vivere la propria vita nel torpore delle convenzioni sociali. Emma Stone è impeccabile, è la Bella Baxter par excellence, tanto sgraziata nei movimenti quanto aggraziata nella messa in scena del suo personaggio, e regala allo schermo quella che forse è la migliore performance della sua carriera. 

Se il vero mostro è il patriarcato. Una satira sottile e ben scritta

Di Povere Creature!, poi, oltre alla costruzione meticolosa delle immagini, l’incredibile impostazione scenografica e l’utilizzo della macchina da presa coerente alla poetica di Lanthimos (si pensi ai fish-eye distorsivi e ai frequenti grandangoli), colpisce la scrittura solida e sagace di Tony McNamara – già collaboratore del regista greco per La Favorita (2018). Bella Baxter, nel suo percorso prima di scoperta e poi di affermazione di sé, incontrerà e si scontrerà con uomini che si fanno simbolo delle peggiori derive della società patriarcale. Accomunati quasi tutti, seppur non in egual misura, da quella tipica presunzione maschile sul detenere il diritto di possedere, controllare e manipolare le donne e i loro corpi. Bella impara a conoscerlo presto, il proprio corpo, e realizza anche che è effettivamente libera di farne ciò che vuole, anche di venderlo per 30 franchi all’ora in un momento di necessità economica (non senza scatenare i malumori dell’impavido Duncan Wedderburn). Il film assume a tratti toni esilaranti, e fa uso dell’elemento satirico per lanciare una sana critica al patriarcato e ai suoi prodotti. Non vi è mai retorica, né ridondanza dei significati che si vogliono veicolare, si lavora piuttosto col sottotesto, e il risultato è davvero notevole. Tra viaggio di formazione, favola dark sulla scia del Frankenstein di Mary Shelley, e pungente commedia satirica, Povere Creature! centra bene il proprio obiettivo e, difatti, non sbaglia mai un colpo. Intrattiene, diverte, coinvolge e travolge, e non stanca. Mai. 

Le povere creature siamo noi?

Ma siamo sicuri che le povere creature cui si riferisce il titolo siano Bella Baxter e quell’orda di strani animaletti oggetto degli esperimenti del dottor Godwin? Forse quelle povere creature siamo noi spettatori, che assistiamo affascinati all’evoluzione di Bella e alla sua vita vissuta al di fuori di ogni convenzione sociale.. Siamo noi, il più delle volte rassegnati a rispettarle e onorarle queste convenzioni sociali, senza farci nemmeno troppe domande. Vittime dell’inerzia. Perché è così, perché altrimenti non sta bene, per la paura di essere giudicati. Siamo noi, le povere creature, che procediamo con le nostre vite accettando spesso la mancanza di brivido, di sorpresa, di meraviglia. Stanchi, alienati, disillusi. Fagocitati dalla società della performance, impauriti all’idea di restare indietro, non troppo entusiasti all’idea di andare avanti, e avanti, e avanti. Caduti in un sonno perpetuo, dove trovare buoni stimoli si fa sempre più difficile. Ecco, il cinema può diventare uno stimolo bellissimo. Se ben fatto, poi, ancora di più. Poor Things di Yorgos Lanthimos è questo. Una scarica elettrica di emozioni, un viaggio irresistibile, un susseguirsi di risate. Una via di fuga dall’inerzia. Una promessa mantenuta. 

Scritto da Ambra Farinelli