Si dice che una delle regole di un viaggio è non tornare mai come si è partiti.

Sembra che il viaggio raccontato in Scompartimento n. 6 voglia dimostrare proprio questo, un modo di avventurarsi diverso dal solito.

Sono gli anni 90, un treno scivola su delle vecchie rotaie nel paesaggio glaciale dell’ex URSS, partito da Mosca per dirigersi a Murmansk. In quel gelido scenario all’interno dei vagoni, i passeggeri sono messi di fronte alla sfida del tempo e al suo scorrere veloce attraverso i finestrini. Persone che si ritrovano costrette a stare l’una vicino all’altra senza un perché solo per la legge del destino. 

Al ghiaccio statico del panorama si contrappone il caldo dei corpi che vicini viaggiano.

Il destino vuole che Laura, studentessa di archeologia finlandese alla ricerca di petroglifi, capiti a condividere il proprio spazio con Lijoha, un russo minatore; due persone apparentemente diverse per classe sociale e cultura. Ma non tutte le storie d’amore nascono nel migliore dei modi.

Il film si poggia sul potere degli sguardi dei personaggi poiché costruito con uno stile essenziale, privo di ogni elemento spettacolare; scelta del regista che voleva restituire un ricordo di qualcosa che avviene qui ed ora senza artefatti. E anche se alla fine viene trasferito in un supporto digitale, il film ci restituisce le sensazioni della pellicola. 

Lo sguardo di Laura è una delle chiavi per cui entrare all’interno del film, in continua metamorfosi: affascinato, ammirato e curioso di un paese che scopre per la prima volta. Sguardo che inizialmente passa attraverso la sua macchina fotografica con la quale cerca di catturare i momenti e le sue emozioni. Un’esperienza inizialmente indiretta ma di cui si riappropria, fino al punto in cui il suo dispositivo dei ricordi viene rubato. E sarà proprio da quella perdita che il film viaggerà ad un altro ritmo verso la fine.

Ljhota è il compagno con cui dovrà condividere la cuccetta. Una strana figura: il primo giorno accoglie Laura con uno sguardo distaccato e sospettoso, la scruta mentre si versa della vodka per colazione. I due non sembrano piacersi. Laura spaventata è alla ricerca di un vagone libero ma è costretta a rimanere nello scompartimento, per mancanza di spazio a bordo del treno. Ma quell’insopportabile imbarazzo si trasforma in una strana sensazione: Laura inizia ad incuriosirsi al compagno di stanza. Inizia a filmarlo di nascosto guardando oltre quella figura grezza iniziale. Mentre il treno procede e si ferma per delle tappe i due inizieranno a rivelarsi l’un l’altro. In un mondo in cui le relazioni umane sono sempre più difficili, in cui i social e i dispositivi hanno quasi eliminato la possibilità dell’incontro casuale e della sua autenticità, vi auguro quest’estate di perdervi in un viaggio come quello di  Scompartimento n.6.

Scritto da Sofia Buttarelli