Scritto da Francesca Carraro

Pubblicato il 09/07/2020

Come avrete capito, a noi di Quarta Parete piace molto la fotografia e quindi anche oggi vi parliamo di un grande fotografo: Hiroshi Sugimoto. Classe 1948, Sugimoto figura tra i maggiori esponenti della fotografia contemporanea con uno stile unico. È infatti particolarmente noto per il suo realizzare fotografie “seriali”, partendo quindi da un tema e realizzando numerosi scatti intorno ad esso. Realizza principalmente fotografie in bianco e nero, anche se ci sono alcune sue sperimentazioni con l’utilizzo del colore. Tra le numerose serie di fotografie di Sugimoto ce n’è una in particolare che vorrei analizzare: Theatres. Dal 1978, Sugimoto ha realizzato una serie di fotografie ambientate in teatri e cinema di tutto il mondo. Ma la particolarità di queste fotografie non riguarda solo l’ambientazione: posizionando la macchina fotografica su un treppiede e aprendo l’otturatore al massimo, Sugimoto fa durare l’esposizione per tutta la durata del film che viene proiettato. Il risultato è semplice ma allo stesso tempo suggestivo: uno schermo completamente bianco con intorno i dettagli architettonici del cinema e del teatro. 

Sugimoto racconta così la nascita di queste sue sperimentazionI:

Parlo molto con me stesso. Una sera, mentre stavo fotografando all’American Museum of Natural History, ho avuto una sorta di allucinazione. Il dialogo interiore che mi ha portato alla visione si è svolto pressappoco così: ‘Immagina se fotografassi un intero film in un solo fotogramma.’ E la risposta: ‘Avresti uno schermo fatto di sola luce.’ Cominciai subito a sperimentare per poter realizzare questa mia visione: un pomeriggio entrai in un cinema dell’East Village con una macchina fotografica di grande formato. Aprii l’otturatore appena cominciò il film, e quando due ore dopo il film finì, lo chiusi. Sviluppai la pellicola la sera stessa, e la visione mi esplose davanti agli occhi.

Attraverso queste fotografie, Sugimoto cerca di analizzare la percezione che abbiamo della relazione che intercorre tra tempo e spazio. E dal momento che questa serie di fotografie viene realizzata dagli anni ’70 sembra quasi che Sugimoto voglia analizzare come la visione cinematografica si sia modificata negli anni.La maggior parte delle fotografie di questa serie sono ambientate in teatri e cinema americani, ma ci sono anche alcuni scatti che hanno come soggetto teatri e cinema italiani. Presentati a Torino presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, queste fotografie sono state scattate a partire dal 2013-14 in numerosi teatri italiani tra i quali troviamo: Teatro dei Rinnovati di Siena; il Teatro Comunale di Ferrara; il Teatro Olimpico di Vicenza e il Teatro Carignano di Torino. Piccola curiosità: per lo scatto realizzato in un teatro di Faenza, è stato proiettato Le notti di Cabiria di Fellini, anch’esso ridotto in fotografia ad un rettangolo di luce bianca, quasi volesse dar prova della celebre frase del cineasta, “la luce fa miracoli…”

Teatro Comunale Masini Faenza” (2015) by Hiroshi Sugimoto Credit: Courtesy Hiroshi Sugimoto/Marian Goodman Gallery