Scritto da Francesca Carraro

Pubblicato il 26/05/2020

Andy Warhol, non è solo uno degli artisti che più ha influenzato la storia dell’arte ma è stato anche il primo in grado di creare un vero e proprio “brand” all’interno dell’arte contemporanea. Viene infatti definito da molti artisti e critici come “colui che ha portato i soldi all’interno dell’equazione”, e sicuramente è stato fondamentale nell’evoluzione che ha portato a vedere gli artisti anche come imprenditori. Warhol è ad oggi uno degli artisti più noti e più venduti all’asta (nel 2013 ha raggiunto il suo record di vendita all’asta arrivando a 105 milioni), ma non si è occupato solo di quadri da colori accesi e con riferimenti alla cultura pop americana. Ha infatti sperimentato molto anche con il mezzo cinematografico. A partire dal 1963, infatti, iniziare a frequentare il circuito del New American Cinema e a realizzare dei film con la sua cinepresa Bolex 16mm. I primi film realizzati da Warhol sono tutti molti simili fra loro: una camera fissa che riprende azioni che si ripetono dilatate temporalmente. Sono film minimali in cui a Warhol interessa la composizione dell’immagine che si viene a creare partendo da un solo punto di vista. Potete vedere qua un esempio con il film Eat, del 1963.
Il luogo dove avvenivano queste sperimentazioni era la Silver Factory (che già dal nome ci fa comprendere quanto per Warhol fosse importante anche l’aspetto economico attorno l’arte ), una vera e propria fabbrica dove realizzava le sue opere e dove chiunque era invitato a partecipare alla
sua arte.

Warhol nella Silver Factory

E proprio coloro che si recavano alla Factory per partecipare attivamente alle sperimentazioni artistiche di Warhol sono i soggetti dei 500 rulli di pellicola dei Screen Test, nei quali, un soggetto, veniva ripreso per tre minuti a camera fissa con uno sfondo nero. Ai partecipanti veniva chiesto di fissare la camera, nel mentre di non muoversi (neanche sbattendo le ciglia) restando con lo sguardo fisso. L’idea alla base di questi Screen Test era basata sulla volontà di Warhol di entrare nell’intimità del personaggio ripreso, ma anche far riflettere lo spettatore e provocare in lui una reazione.

Tra i più di 50 film realizzati da Warhol troviamo un film dedicato a Batman dal titolo Batman Dracula e The Velvet
Underground and Nico A Symphony of Sound
, un documentario che testimonia le prove dell’iconica band degli anni ’60 che tanto è debitrice a Warhol. Impossibile non citarela famosissima copertina disegnata da Warhol per il loro primo album The Velvet Underground & Nico, di cui Warhol è anche produttore discografico.

Copertina del disco “The Velvet Underground & Nico

Inoltre, Warhol ha anche realizzato un documentario su Salvador Dalì, di cui abbiamo parlato qui, nel quale l’artista surrealista visita la Factory e incontra i Velvet Underground.

Locandina di “Chelsea Girls


Il suo film più noto è sicuramente Chelsea Girls, girato insieme a Paul Morrissey, nel quale compaiono numerosi volti noti legati alla Factory di Warhol (tra cui Nico). Il film è visivamente molto particolare: appare in split screen e si alternano scene in bianco e nero a scene a colori.
Il film dura tre ore, ed è disponibile su Youtube.


Infine citiamo anche Vinyl, in cui Andy Warhol realizza il primo adattamento cinematografico del racconto A Clockwork Orange di Anthony Burgess, che risulta però più liberamente ispirato a, rispetto al capolavoro di Kubrick realizzato sei anni dopo.
Le sperimentazioni cinematografiche di Andy Warhol sono numerosissime e possono essere considerate come una sorta di preambolo della videoarte e in linea con le sperimentazione di altri registi/artisti di quegli anni, come per esempio Michael Snow e Stan Brakhage. Se siete interessati a conoscere di più sui suoi film qua li potete trovare tutti, e molti di questi sono visibili su Youtube.