Quest’anno abbiamo partecipato per la prima volta alla Festa del Cinema di Roma, giunta alla sua diciottesima edizione. Senz’altro una bella sfida in termini organizzativi, per chi, come noi, è abituato a quell’isola felice che è il Lido di Venezia, dove la distanza più lunga da percorrere sono dieci minuti a piedi. Roma è tanto bella da togliere il fiato, quanto sconfinata e disordinata, così, qualche proiezione si rischia di perderla per le lunghe distanze e il troppo traffico. Ciononostante, abbiamo visto diversi titoli, di cui alcuni attesissimi, altri appartenenti a quel cinema di nicchia festivaliero di cui è sempre bene approfittare, non sapendo se poi troverà una distribuzione in sala. Ecco quindi qualche parola sui film che ci hanno colpito di più. 

SALTBURN (2023), di Emerald Fennell 

La regista e sceneggiatrice di Una donna promettente (2020), Emerald Fennell, torna con un film brillante e potentissimo, non perdendo il tono squisitamente sarcastico che caratterizzava anche il suo film precedente. Primi anni Duemila, Oliver (un Barry Keoghan in stato di grazia), studente modello a Oxford, impacciato e solitario, fa la conoscenza di Felix Catton (Jacob Elordi), affascinante aristocratico che lo inviterà a trascorrere l’estate con la sua famiglia nella sua maestosa tenuta, a Saltburn. Dapprima timidamente, poi con sempre più voracia, Oliver si adatterà perfettamente agli agi concessi da quella ricchezza così estrema da sembrare sfacciata, nutrendo un sentimento sempre più ossessivo nei confronti del bellissimo Felix. Emerald Fennell confeziona un’esperienza cinematografica che si fa fatica a dimenticare, una satira sociale che riesce a non risultare mai pesante, dove tutti i temi affrontati – lotta di classe e arrivismo, ma anche le perversioni e gli eccessi dell’essere umano – coabitano con armonia  in un film vivo, pulsante, e dal ritmo perfetto, condito spesso di toni a tratti grotteschi e orrorifici. Un vero coup de coeur. (Ambra)

LA PASSION DE DODIN BOUFFANT (2023) di Trần Anh Hùng

In questa pellicola, con protagonista Juliette Binoche, presente in sala durante la prima, la dedizione per la cucina e la passione per la gastronomia tessono le fila del solido amore che unisce i due protagonisti. Un amore pieno di eros e passione che traduce i suoi gesti nei piatti che vengono preparati, lo sguardo dell’amato, le sue attenzioni, risiedono nei piccoli dettagli e accorgimenti che uno riserva all’altro. In questo la fotografia rende molto l’arte e  il tocco per il dettaglio. Mentre si prende visione del film si è colti da forti sinestesie, e i piatti che vengono preparati con tanta dedizione sembrano così reali da poterne quasi sentire il sapore e l’odore. Attenzione però: si rischia di uscire dalla sala parecchio affamati. (Francesca) 

PAST LIVES (2023), di Celine Song 

Celine Song, sceneggiatrice e drammaturga coreana naturalizzata statunitense, attinge dalla sua esperienza personale per portare in scena un racconto intimo e malinconico sulla nostalgia di ciò che poteva essere ma non è stato. Nora (Greta Lee) e Hae Sung (Teo Yoo) frequentano la stessa scuola e sono amici inseparabili, forse qualcosa di più. Quando la famiglia di lei si trasferisce da Seul al canada, il loro rapporto viene inevitabilmente interrotto. Più di vent’anni dopo, i due si rincontrano a New York, dove nel tempo presente Nora vive con il marito Arthur. Quella sintonia che Nora e Hae Sung avevano da ragazzini sembra non essere mai scomparsa. La si percepisce bene, negli occhi dei due protagonisti, nei loro discorsi, ma anche a riempimento dei loro silenzi. Così ci si domanda, come Nora stessa, cosa sarebbe successo se queste due anime si fossero davvero incontrate. Allo stesso tempo, l’amore che lega Nora è Arthur è concreto e confortante, e ci suggerisce che spesso, perdendo qualcosa, si guadagna qualcos’altro di altrettanto prezioso. Trovate la recensione estesa qui. (Ambra)

UN AMOR (2023) di Isabel Coixet 

Il film è un vorticoso viaggio nella vita della protagonista Nat, la quale si trasferisce in un paesino della campagna spagnola ed inizia una relazione tortuosa con un vicino della sua zona. La visione di questa pellicola mi ha colpito molto, soprattutto le performance attoriali di Laia Costa – la protagonista-, e di Hovik Keochkerian, il quale interpreta il burbero Andreas. L’attività narrativa si basa principalmente sui rapporti che Nat stringe all’interno di questo paesino di campagna, con la gente del posto, il rapporto con il suo cane, salvato da un canile, e la relazione amorosa con Andreas. (Francesca)

IL RAGAZZO E L’AIRONE (2023) di Hayao Miyazaki

In questo nuovo film d’animazione, Miyazaki mostra al pubblico le sue ormai consolidate grandi doti di narratore. Oltre alle vicende ricche di un pathos incalzante, le immagini che danno vita alla vicenda narrativa sono caratterizzate da un’estetica sublime. Un film complesso, pieno di spunti e di parentesi in continua apertura e chiusura: Miyazaki si mostra l’abile maestro che è nel non far perdere mai lo spettatore nell’intricata vicenda, ma guidandolo con raffinata eleganza anche nei passaggi più oscuri ed insidiosi. (Francesca) 

PARADISE IS BURNING (2023) di Mika Gustfson 

Già presentato alla Mostra del cinema di Venezia nella sezione Orizzonti, Paradise is burning della svedese Mika Gustafson, non è un film privo di difetti, ma colpisce per la sua vitalità, intrisa di tenerezza. La sedicenne Laura vive con le due sorelle più piccole, Mira, 12 anni e Steffi, di 7. I genitori non ci sono: del padre non si sa nulla, la madre passa lunghissimi periodi lontani da casa. Un giorno Laura riceve una chiamata dagli assistenti sociali, intenti a fare una visita a casa di lì a una settimana: decide di nascondere la cosa alle due sorelle e cercare da sola una soluzione. Il film, tuttavia, non si concentra tanto sullo sviluppo di una trama ben precisa: punta, piuttosto, a mostrarci il rapporto, talvolta conflittuale ma dolcissimo, che lega le tre e che sembra compensare la mancanza dell’amore genitoriale. Alla malinconia, inevitabile, provocata dall’assenza di una figura adulta di riferimento (ruolo che è costretta a svolgere Laura), si alternano momenti vivaci conditi da quella gioia sincera e ingenua tipica dell’età della fanciullezza, tra pomeriggi passati in case di ricchi sconosciuti, piccoli furti al supermercato e riti di iniziazione per il primo ciclo mestruale di Mira. (Ambra) 

IO, NOI E GABER (2023) di Riccardo Milani

Il documentario sulla straordinaria vita del cantante Giorgio Gaber, porta la testimonianza non solo gli amici più stretti, o i membri della sua famiglia, ma anche molti personaggi dello spettacolo che hanno subito il fascino di questo grandissimo artista. Mi sono emozionata molto durante le due ore e quindici minuti di cui è composto il lavoro di Milani, il quale ha saputo celebrare e  riportare al pubblico con un immenso ardore la grandezza dell’artista lombardo. (Francesca) 

MI FANNO MALE I CAPELLI (2023) di Roberta Torre 

Menzione speciale all’ultima opera di Roberta Torre, che già ci aveva intrigato con Le Favolose presentato a Venezia nel 2022. Monica (Alba Rohrwacher) è una donna che sta perdendo la memoria, nonostante i tentativi continui di ricordare e di rimettere insieme i pezzi. Accanto a lei il marito premuroso Edoardo (Filippo Timi) costretto a fare i conti con una situazione finanziaria drammatica, che le nasconde. Monica inizia a confondere realtà vissuta e realtà immaginata, e lo fa sovrapponendo i suoi ricordi alle scene dei film di Monica Vitti, che ammira da sempre, e a cui il film rende un bellissimo omaggio. Si veste come lei, recita a memoria le sue battute, e in questo trova conforto.In questo a tu per tu tra la Monica protagonista e la Monica attrice, lo spettatore stesso viene coinvolto nella ricerca di ciò che è reale e ciò che non le, con una riflessione su quanto, in fin dei conti, sia davvero importante riconoscerlo. Non ci troviamo di fronte a un capolavoro, la scrittura sembra talvolta rimanere in superficie e il ritmo non sempre funziona, eppure Roberta Torre mantiene il suo personalissimo stile che pone la storia in un tempo sospeso, dalle atmosfere quasi oniriche, regalandoci una visione fresca e piacevole. (Ambra)

Scritto da Ambra Farinelli e Francesca Pascale