Ci sono stati vari momenti che hanno cambiato la storia della cinematografia; la nascita degli effetti speciali, l’invenzione dell’elettricità, il greenscreen, l’aggiunta del sonoro nel 1927, il primo blockbuster (“Jaws” 1975), ma un evento in articolare andò oltre il campo della cinematografia per cambiare il modo in cui noi percepiamo il cinema e noi stessi: il marketing che scaturì spontaneamente con la contemporanea uscita di due film – Barbie e Oppenheimer, che prese il nome di Barbenheimer.

Innanzitutto facciamoci un riquadro di quello che dovette succedere per arrivare fin qui:

Cinema: Il cinema è un luogo in cui la gente si riunisce per vedere film avvalendosi del fenomeno del pubblico, in cui le reazioni che il film suscita nello singolo spettatore risultano enfatizzate dalle reazioni spesso concordanti del pubblico, rendendo l’esperienza piu coinvolgente e positiva. Nasce nel 1895 con l’invenzione del cinematografo ma si istituisce agli inizi del ’900 in America con il nome di “Nickelodeon”, chiamati così perchè i biglietti costavano tutti un nickel – cioè cinque centesimi ; rimanendo in tema di pubblicità, all’inizio gli spettatori non avevano bisogno di persuasione per vedere un film, anche non narrativo, perchè la sola idea di poter vedere una serie di fotogrammi in movimento documentare spezzoni del passato era entusiasmante. Dopo qualche anno i film cominciarono a farsi più lunghi, più orchestrati e più narrativi per soddisfare le crescenti esigenze del pubblico.

Il cinema è iniziato durante la Belle Epoque, si è momentaneamente spento durante la Prima guerra mondiale (Famosa la depressione del grande Georges Mèlies dopo che nel 1917 dovette vendere il suo studio cinematografico – la Star Film Company – e vedere il suo studio usato come ospedale e le sue più di quattrocento pellicole bruciate dai soldati per ottenere argento e celluloide per crearne suole per le loro scarpe, portando il fallito regista a bruciare quasi tutte le sue rimanenti pellicole, costumi e scenografie per sfogo) facendo comunque emergere stili impressionistici, espressionisti e surrealisti, si è confermato come la primaria forma di intrattenimento occidentale con i film Hollywoodiani ed europei, si rivitalizzò artisticamente negli anni ’60 con movimenti tra i quali la French New Wave e il Neorealismo italiano, divenne un fenomeno globale con l’introduzione del “blockbuster” e cominciò a uniformarsi e divenire più commerciale e meno manuale a partire dagli anni ’90, con uno spiccato incremento dell’uso di tecnologia, fra cui il motion capture e la modellazione 3d, una forma di scultura animata. Il pubblico in questi ultimi 15 anni ha mostrato evidenti segni di insoddisfazione nei confronti di questa dipendenza hollywoodiana dalla tecnologia, che si pensa sacrifichi l’aspetto narrativo e autentico dei film, uniformando tutte le atmosfere visive dei film che vedono, aumentando un disinteresse nei confronti del cinema moderno (da vedere i film della Marvel Cinematic Universe per farsi un’idea di quello che sto dicendo)

Pubblicità:  L’aumento dei film portò a una naturale distinzione di generi filmici, di registi e di attori, quindi le prime agenzie cinematografiche (newyorkesi, poi californiane) trovarono il pubblico più difficile da persuadere: qui viene in gioco la pubblicità con striscioni, locandine, la star power delle celebrità, guerilla marketing (pubblicità all’aperto, interagente direttamente con il pubblico) e stunts pubblicitari (dovete vedere gli sforzi di Harry Reichenbach – che per pubblicizzare il film “La vendetta di Tarzan” riservò una stanza all’Hotel Belleclaire per un signore chiamato T.R.Zann, un musicista che entrò con una scatola con un “pianoforte” all’interno, che altro non era che un vero giovane leone! – o di Howard Hughes, che nel ’43 per il suo film “The Outlaw – Il mio corpo ti scalderà” fece una campagna pubblicitaria basata interamente sull’attraenza del seno dell’attrice protagonista Jane Russell, garantendosi un pubblico quasi esclusivamente maschile). La pubblicità col tempo si evolse e ora abbiamo i trailer, i teaser trailer, i social, i siti internet, le interviste ai membri del film (attori, regista, tecnici), e dietro le quinte. Assieme ai social media e ai siti internet, una delle pubblicità più inaspettate sono i memes.

Società: Bè sulla società potremmo parlare molto: il mondo cambiò moltissimo negli ultimi 130 anni – geopoliticamente, culturalmente e biologicamente, e i film, sotto forma di manifesto o denuncia, riflettono molti di questi cambiamenti. Ci sono stati film sulla storia antica, moderna e contemporanea; alcuni più documentati e altri più hollywoodiani – romanticizzati. Molti film, fra cui “12 anni schiavo”, “Taxi Driver” e “Nascita di una Nazione” hanno profondamente sviluppato la nostra coscienza individualista e collettiva. Film come “Metropolis” e “Matrix” ci hanno fatto riflettere si cosa sia una città, cosa potrebbe essere, e quanta tecnologia possiamo implementare nella nostra vita quotidiana senza cadere in scenari apocalittici. 

Il mondo divenne iperconnesso a partire dagli anni ’50, e a partire dagli anni ’90 chiunque poteva avere accesso all’Internet – già in uso militare dagli anni ’60. In una società sempre più incentrata sull’idea dell’intrattenimento (film, giornali, teatri, libri, giochi, a prezzi sempre più accessibili), verso la fine degli anni ’90 gli impiegati statali cominciarono a sfogarsi mandandosi immagini divertenti via mail, dando il via ai memes. Chi l’avrebbe saputo che 15 anni dopo i memes sarebbero diventati uno dei più importanti mezzi di comunicazione e di pubblicità? Ovviamente i memes e tutto l’intrattenimento provvisto a noi oggi fà sì che la Gen Z, i Millennial e la Gen X (e la Gen Alpha, se vogliamo considerare anche i bambini e ragazzi) spendano la maggior parte del loro tempo su internet, usando al massimo i loro pregi e difetti, diventando sempre più introversi o timidi o avversi alla socializzazione più umana e genuina. La crescente introversione dei giovani, specialmente dopo la crisi finanziaria del 2008 (2010 in Italia) e della pandemia 2019-2022 dovuta al Covid, è da tenere in nota perchè assieme allo streaming hanno quasi estinto il cinema come luogo di visione pubblica di filmati. Barbenheimer ha avuto un ruolo cruciale nella riaffermazione dei cinema.

Bene! Fatto il riquadro, cos’è Barbenheimer? Barbenheimer è una lotta tra contrasti: nero contro rosa, Christopher Nolan contro Greta Gerwig, uomo contro donna, Oppenheimer contro Barbie, bomba atomica contro bamboline di plastica, Universal Pictures contro Warner Brothers, e più importantemente, cinema contro streaming. Quello che nella primavera del 2023 doveva essere solo un’uscita contemporanea di due filmati divenne un fenomeno sia online e offline, con poster, trailer e merchandise non ufficiali adibiti per l’evento. Un fenomeno – supportato anche dagli stessi attori – che divenne addirittura più importante e coinvolgente dei singoli film.

L’hype legato a questo evento, tenuto attivo da cinefili, fan di Greta Gerwig, fan di Christopher Nolan e dal netto contrasto fra i due film, fece sì che quei due film si videro uno dopo l’altro al cinema, nella stessa giornata, aumentando drasticamente il numero di spettatori al cinema, favorendone una rinascita, e aumentando l’interazione tra le persone (non dimentichiamoci che questo fu poco dopo il Covid quindi molti sono stati, e sono ancora, molto colpiti negativamente da questa pandemia). A Nolan di sicuro questo fenomeno, oltre all’enorme successo del suo film, è piaciuto molto perchè “Oppenheimer” si è rivelata la sua vendetta contro la Warner Brothers, che tolse Nolan dal loro contratto di lavoro dopo vent’anni di fedeltà, a causa dell’insuccesso del suo penultimo film, “Tenet” (a causa del Covid e di incomprensioni nella trama e nelle visuali) e di una critica da parte del regista alla Warner – che nel 2020 decise di fare uscire tutti i 17 film del 2022 su streaming (HBO Max) . La Warner Brothers sperava di poter troncare il possibile successo di Oppenheimer facendo uscire Barbie nello stesso giorno, ma i film semplicemente si alimentarono a vicenda, a scalpore di Nolan, Gerwig, Universal Pictures e Warner Brothers.

C’è chi andava al cinema vestito interamente di nero, chi invece era vestito interamente di rosa, chi si vestiva di marca Barbenheimer (sì, ci sono stati vestiti su questo) , chi sui social creave ricette di colore nero o rosa… insomma, Barbenheimer ha dato il via a un nuovo tipo di cinema (Martin Scorsese l’ha definito una “tempesta perfetta”) e ha rinvigorito un amore per il cinema a sfavore dello streaming, che negli ultimi 5 anni – cioè da quando Netflix cominciò ad avere seria competizione con l’aggiunta di Disney +, Mubi, Gaia, Hbo Max e altri servizi streaming – ha fornito film sempre meno originali e creativi, spesso finendo in una serie di sequel inconclusivi.

Barbenheimer rimane comunque solo una campagna pubblicitaria, anche se di enorme successo. La cosa caratterizzante però è che questa è la prima campagna pubblicitaria non ufficiale, in quanto è stata creata inizialmente dai fan. Loro l’hanno creata e sviluppata e tenuta ardente per quasi metà anno, e molte aziende (fra cui Coca-Cola e Burger King) si sono unite a loro, ma Universal e Warner non hanno avuto nulla a che vedere con questa campagna pubblicitaria (gli attori invece sì perchè si sentirono coinvolti a livello umano).

Che ne pensate? Le campagne pubblicitarie saranno sempre più spontanee? Quanto possono essere invadenti senza diventare problematiche? Le aziende cinematografiche riusciranno a controllare la forza dei memes? Lo streaming verrà battuto una volta per tutte? I film miglioreranno complessivamente in qualità?

Mentre ci riflettete, andate al cinema!

Scritto da Ludovico Persic

Barbenheimer